giovedì 3 agosto 2017

Pollo-presina

O presina gallinella, per come la chiamavano sulla rivista "Tutto Uncinetto" del luglio 1981.

Cominciamo dall'inizio: un annetto fa una mia parente alla lontana e amica di famiglia ha lasciato questo mondo, senza potersi portare dietro cotoni ed uncinetti. I figli piuttosto che buttarli li hanno fatti avere a mia mamma e a me. Nella scatola dei cotoni per lo più perlé bianco n.5, con cui faceva lavori a filet, e questa rivista.

Pochi modelli reggono il passo coi tempi, tra cui una magliettina traforata indossata da Farrah Fawcett. Ma mi ha colpito la foto di questa presina, ripetuta lungo la pagina come se le galline andassero in giro in fila, e poiché mia mamma ha delle galline (e mai una presina reperibile) ho pensato: ecco, questa la devo fare.


Quindi mettendo insieme tutto il mio amore per le persone care ho dato il via a questo tondo all'uncinetto, piegato a metà, chiuso come un panzerotto e decorato. Sembrava non finire mai: il filo è sottile, il lavoro è fitto fitto e le maglie sono tante in pochi centimetri, d'altra parte se la presina non è compatta poi ti scotti!

Funziona benissimo!
Avevo dubbi sulla forma e invece è pratica!
Le istruzioni sono piuttosto laconiche, in particolare per la testa e le zampe ti dicono in pratica "guarda la foto e arrangiati". Il che per me non è un grosso problema, ho fatto e disfatto e riprovato, ma oggigiorno istruzioni del genere non sarebbero più accettabili! Alla fine mi è uscito un pollo un po' in stile cartone animato, ma d'altra parte se lo faccio io...


Le foto fanno un po' schifo, lo so, ma non ho un cellulare top di gamma e metto a fuoco come posso.
Quello che le foto non mostrano è il delizioso effetto screziato del filo. In realtà è solo un vecchio gomitolo ingiallito, per cui dove il filo era coperto da altri giri di filo si è mantenuto bianco, mentre nella parte esposta è diventato beige. Ma rende bene, neanche lo avessero tinto apposta!

E insomma questo è uno degli aspetti che mi piace del saper fare: incorporare frammenti di altre persone in quello che faccio, e passare ad altri più di quello che ho ricevuto :)

giovedì 22 giugno 2017

Un primo diversivo

Se le piantine grasse erano il secondo diversivo dal lavoro con il bouclé, quale sarà stato il primo? Non lo immaginate? >.<"

Eccolo qua: ci ho messo un sacco di tempo per fare la cucitura dietro e le foto, e poi per questo post.


Niente di particolare da segnalare, se non che mi spiace che la striscia a coste sul davanti non si distingua quasi dal resto.
Anche il retro del corpetto è fatto a coste, il che conferisce una buona vestibilità ma a mio parere non è il massimo dell'estetica.

Il modello è sempre di Sticka Till Barbie e trovate altre foto, come solito, nella pagina progetto su Ravelry.

Ora, vi confesso, ho ancora le codine di bouclé da tirar dentro nel lavoro, ma questo è il meno. Il peggio è che devo ancora scegliere i bottoni: li ho cercati tono su tono perdendo un sacco di tempo ma con pessimi risultati, e ora devo cercare un'alternativa tra tutti i possibili colori contrastanti... ci metterò una vita, e adesso non ho la pazienza per farlo.

Nel frattempo ho avviato il prossimo piccolo lavoro, anche se ultimamente faccio veramente fatica a maneggiare il filo con le mani sudaticce.
Faccio fatica anche a stirare, e la pigna di roba sempre più alta ne è una testimonianza... Sigh! Caaaldo!

martedì 6 giugno 2017

La pianta grassa

Uhmmm, vediamo... Perché è un bel po' che non posto? Perché in sostanza non ho più finito nulla fino ad oggi. Mi sono arenata in un lavoro che non mi andava giù e sono entrata in modalità LIFO, ecco perché.

Quando qualcuno su Ravelry ha proposto di testare un modello di amigurumi all'uncinetto a forma di piantina di cactus, non ho saputo dire di no. Dovevano essere pronti per il 10 di giugno, sembrava un lavoro veloce da fare, e io avevo bisogno di un diversivo. Anzi, di un secondo diversivo. Vi ho mai detto quanto odio lavorare il bouclé? Ecco, un diversivo solo non mi era bastato.


Purtroppo non posso linkarvi il pattern perché non so nemmeno se lo pubblicheranno mai, si tratta di un modello da usare durante un laboratorio dal vivo e può darsi che rimanga un modello esclusivo.

In effetti queste piantine all'uncinetto sono velocissime da fare. La cosa che mi ha chiesto più tempo è stato scrivere le mail: sono pignola, sono prolissa, non mi basta dire "c'è un errore qui" ma devo sempre spiegare perché è sbagliato e come si può rimediare, possibilmente proponendo più soluzioni alternative tra cui scegliere. C'è chi mi trova esasperante, e chi invece apprezza la precisione e tutto l'aiuto che posso dare. Per mia fortuna questa designer è il secondo tipo di persona!

Ora, a me piace testare pattern e poter pignoleggiare à gogo. Però è strano che io accetti di fare un lavoro che poi so che mi resterà sul groppone: sapete che odio i soprammobili! Ma questi... sono piante grasse.

Il mio amato, quando l'ho conosciuto, nella compagnia di amici era chiamato "la pianta grassa", perché eravamo tutti dei caciaroni tranne lui che è un tipo taciturno e in confronto faceva la figura del cactus spinoso. All'epoca gli dicevo che le piante grasse fanno fiori bellissimi, e quando ho ricevuto il pattern ho scoperto che il titolo è "Fiore di cactus".
Stiamo per mettere su casa insieme, quindi mi pare che essermi imbattuta in questo test sia di buon auspicio, no?

lunedì 27 marzo 2017

Stirare i capelli... col ferro da stiro!

Ma quelli della bambola eh!
A quanto pare sono di nylon, per cui piuttosto che provare con la piastra per capelli (che non uso mai, non ho la mano, non sono brava a regolare la temperatura) ho pensato che il ferro da stiro so manovrarlo meglio, anche sulle fibre sintetiche.

Per eccesso di prudenza l'ho tenuto quasi al minimo. Presente la temperatura della tazzina del caffè quando scotta? Non così caldo da provocare un'ustione, ma nemmeno così tiepido da poterci tenere la mano sopra. Sul minimo non scaldava nemmeno i capelli della bambola a sufficienza da raddrizzarli bene, un pelino di calore in più e sono riuscita a rifarglieli lisci, ma solo usando ciocche sottili e ripassando più volte. D'altra parte, preferisco perdere del tempo che rischiare di rovinarli per sempre.

Ora immaginate una casalinga che stira, con il ferro da stiro sull'asse da stiro, una testa di Barbie staccata dal corpo. Fa strano, sì, però funziona. L'alternativa, stando a quanto dice Internet, era immergere la testa nell'acqua bollente, pettinare, mettere in piega e lasciare asciugare. Il che sarebbe perfetto per la piega coi bigodini, ma mantenere i capelli tesi e diritti mentre asciugano all'aria non è così semplice, in particolar modo se hanno un taglio scalato. E quindi niente, si stira.

Non ho fototutorial del processo, ma ne ho del risultato. Insieme ad una serie di vestitini nuovi... Non sto a descriverli uno per uno, vi annoierei. Per vedere altre foto e leggere qualche dettaglio sui modelli, un clic sulla didascalia vi manderà alle rispettive pagine progetto di Ravelry.

Abitino con colletto, mod. 48

Completo top e gonna, mod. 196

Abitino con dettagli laterali, mod. 63
Bolero, mod. 892

Smetterò mai di fare vestitini alla Barbie? Ma soprattutto, finiranno mai i gomitolini da cui non esce praticamente nient'altro?

A dire il vero, coi gomitoli sono a buon punto. Nel senso che i rimasugli più piccoli nella mia scatola di avanzi, per lo meno quelli di spessore abbastanza fine, stanno finendo. Ma restano ancora dei gomitolini un po' più grossi, le lane da ricamo, e le matasse da 20-30 g di lana sottile che potrei usare per fare gli abiti da sera lunghi e larghi...

No, non so se smetterò mai di fare abiti per la Barbie. Prima di tutto mi diverto. Poi c'è l'idea di sistemare Ravelry che mi spinge. Poi magari un giorno mi verranno a noia e mi butterò su qualcos'altro, e sicuramente a breve li alternerò con progetti più grandi, ma nel frattempo proseguo. L'unico problema è che non so più come intitolare i miei post! :/

lunedì 20 marzo 2017

Continuo ancora

Continuo ancora a fare vestitini per la Barbie.

Tra l'altro, settimana scorsa ho visto al supermercato quelle nuove, alte basse larghe o strette, insomma le Barbie nelle diverse taglie. C'era anche quella cicciotta coi capelli blu elettrico e una maglia con le righe, l'avevo già notata nelle foto pubblicitarie e trovandomela in mano ero veramente tentata di comprarla. Ma sullo scaffale mancava il cartellino del prezzo, così il pensiero "chissà quanto costa" ha fatto scattare la tirchieria. Che poi i modelli dei vestitini mica sono nella sua taglia, quindi mi toccherebbe faticare per vestirla. No no, meglio lasciarla lì.
Però mi piace un sacco, se la rivedo lì sabato prossimo quando ripasso magari la prendo. Forse.

Ma tornando a noi, tra i vestitini che ho fatto ultimamente ce n'è uno che francamente non ho capito. Cioè, io ho seguito le istruzioni e mi è uscita una roba che ha una forma del tutto insensata, e che somiglia solo vagamente alla foto. Doveva essere un modello aderente sui fianchi e dal corpino un po' più ampio, invece mi è uscito una specie di vaso delle Amarene Fabbri, che tra l'altro le cade dalle spalle.

 

Non riesco a capire se ho sbagliato io, se c'è un errore nella scrittura delle istruzioni, o se il modello è proprio così, ma non veste per niente bene la mia Barbie "moderna". Forse sarebbe adatto a quelle vecchie Barbie con una cassa toracica enorme, niente vita e i fianchi terribilmente stretti, ma non ne sono sicura. Che delusione, di solito i modelli di Sticka till Barbie sono molto carini!
In ogni caso, questo lo avevo eseguito solo perché mancava una foto su Ravelry, ora che ce l'ho messa posso anche buttare il vestitino! :D

Anche di questo top mancava la foto. Mi ha fatto dannare perché non riesco a dare un bell'aspetto al punto dove si svolta facendo i ferri accorciati sul seno, per cui ho dovuto tentare diverse volte. Oltretutto il filo è un po' più fine del solito, così il top mi è uscito un po' piccolo e si fa fatica a infilarlo e sfilarlo, dalle spalle non ci passa e non è agevole nemmeno farlo passare dai fianchi ed infilare le mani sotto le spalline. Ma quando è su è carino :)


Nel modello c'è anche la gonna, ma di quella una foto già c'era, anche se non si vede bene il motivo traforato del bordo. Così ho fatto una gonna di stoffa, o meglio ho preso un pezzo di banda elastica lungo 10,5 cm e l'ho cucito a tubo. Né orli né niente, fa tutto da sé.

Nel tentativo di far fuori gli avanzi sul giallo senape, ecco un completino minimale. I calzoncini sembrano quasi di un verde militare, in realtà è una specie di color senape, un pochino verdastro ma non come in foto. L'ho pubblicata su Ravelry dimenticando di correggere il bilanciamento del bianco, e non ho voglia di farlo a posteriori.


Mi è avanzato ancora un po' di quel giallo-arancio slavato delle spalline del top, e un giallino pallido pallido. Non vedo l'ora che i gialli siano tutti usati e finiti, ce n'erano cento e tutti minuscoli.

A dire il vero non è che mi sia rimasta molta scelta tra gli avanzini, per cui mi resta difficile calibrare colori e quantità. Per esempio, volevo fare un costume da bagno con tre blocchi di colori in gradazione, praticamente uguale a molti altri costumi da bagno su quel sito se non fosse per la scelta cromatica, per cui mi sembrava importante renderla anche nel mio modello. Non trovando niente di adatto tra gli avanzi di lana sono andata a cercare tra quelli di cotone... sono stata fortunata, queste sfumature mi piacciono tanto.


Per scattare le foto, ho pensato che Barbie al mare non avrebbe portato quella pettinatura con le treccine, così le ho disfatte. E ovviamente sono rimasti i capelli frisé. Due ciocche frisé ai lati che a seconda di come le inquadri nella foto possono dare un effetto mosso a tutta la capigliatura. :)

Adesso sono indecisa: riempio la Barbie di treccine per farle diventare tutti i capelli mossi, o mi danno l'anima cercando di farli tornare tutti diritti senza rovinarli? Conoscete un buon sistema per fare la contro-permanente alla Barbie?

martedì 14 marzo 2017

E i guanti di conseguenza!

Ebbene ho perso un guanto. Uscendo dal ristorante avevo il sinistro nella tasca sinistra e il destro nella tasca destra no. Nonostante abbia cercato bene nel ristorante e mi sia fatta riconoscere come mio solito, non l'ho trovato, chissà come ho fatto a perderlo, mi sembrava di averlo addosso finché non sono entrata lì... o forse avevo solo messo le mani in tasca senza infilare i guanti?

La scocciatura è stata rimanere per due giorni con un guanto solo, dato che ero lontano da casa, ma il bello è che avevo la scusa per farmi un paio di guanti nuovi! Avevo già nella lista dei "da fare" gli Arched Gusset Mittens di Purl Soho, letteralmente "Muffole con tassello ad arco".


Mi piaceva molto che il pollice fosse piazzato in modo anatomicamente corretto rispetto alla linea della vita, ed in effetti sono comode da quel punto di vista, però il modo in cui è fatta la punta non mi piace, non mi sembra anatomica per niente.


Ho fatto questi guanti con un filato recuperato da un altro indumento, mezzo infeltrito e già pieno di pallini. I guanti sembrano già vecchi anche appena tolti dai ferri! Però sono anche molto spessi e caldi, e anzi credo che dovrei farmene degli altri meno pesanti per la mezza stagione. Ho sì i guantini senza dita, ma non ho più guanti di scorta in casa, e se ne perdo un altro il prossimo inverno che faccio?

Mi è anche venuto il sinistro un po' più grande del destro, perché come solito man mano che lavoro allento la tensione sul filo e così il lavoro si allarga e si ammorbidisce. Ma francamente preferisco il destro, più aderente e caldo anche se è più rigido.

Ho ancora qualche piccolo lavoro ai ferri con cui aggiornare il blog, ma per il momento mi fermo qui.
Alla prossima! ^o^

sabato 11 marzo 2017

Avevo detto calzini?

Avevo detto che ve ne avrei parlato (seee, un giorno...) e avevo anche detto che dovevano avere un bordo. Invece no. Intendo, il bordo no... alla fine la lana è bastata per fare un paio di calzette corte, con la gamba lunga come il piede, e ho deciso che va bene così anche senza dover fare un bordo. Il modello sono gli HG Socks di Olga Shkuta, e trovate il mio progetto su Ravelry.



Questo è il secondo paio di calze che faccio ed è la seconda volta che sbaglio clamorosamente le misure, ma trovo qualcuno in famiglia che le indossi lo stesso. Stavolta non ho fatto in tempo a fotografarle indossate, complice un pranzo sul gas e una mamma freddolosa che se le è rubate... Per cui l'unica foto che ho è quella qui sopra.

Un giorno riuscirò anche a farmi dei calzini per me! ... Forse. No dai, di sicuro, ad un certo punto a furia di fare calzini imbroccherò la misura, no? Sbagliando s'impara, vero?

Altro lavoretto che ho fatto dall'ultimo post è stato un pensierino per San Valentino al mio moroso. Stavolta gli ho fatto un portachiavi a forma di porcellino, ma non un porcellino qualunque, un porcellino sferico!

Allora, non è che volessi dargli del porco, come qualcuno ha pensato. È che a lui e ad un paio di suoi amici piace molto la carne di maiale come cibo, ed i suoi derivati come salsicce e salumi. Per cui, ridendo e scherzando, abbiamo finito per idolatrare tale animale e chiamarlo "dio Maiale": in queste circostanze non è una bestemmia, è fare il nome di una divinità, come se parlassimo del dio gatto per gli antichi egizi. I suoi fedeli, cioè chi si dedica a mangiare molto maiale e roba poco salutare in genere, riescono ad ottenere una forma perfetta: perfettamente sferica, la forma divina. Per cui, regalare il simulacro di un maiale sferico è come regalare un'icona religiosa. (*)

Che poi, si sa che i porcellini sono carini, e il mio è un porcellino particolarmente kawaii. Lo guardo e mi viene da sorridere!



L'ho fatto seguendo le indicazioni per la Ideal Crochet Sphere ("sfera ideale all'uncinetto" o "sfera all'uncinetto perfetta"), mentre per le orecchie, il muso e la coda mi sono rifatta al pattern di un portachiavi porcelloso che però aveva il corpo a forma di panettone. Ho cercato il rosa più simile al "rosa porcello" che avessi in casa, non andava certo bene fucsia né color confettino. L'ho imbottito poco così che rimanesse estremamente soffice e morbidoso. Insomma, sono estremamente contenta del mio piccolo pupazzetto, e sembra che l'abbia apprezzato anche il destinatario.

Quando siamo usciti per festeggiare San Valentino, però, ho perso un guanto... indovinate qual è stata la conseguenza? ;)


(*) Ovviamente si tratta di una religione finta inventata per divertimento, spero che nessuno trovi offensivo il gioco di fingere idolatria nei confronti di un cibo. Il fatto che il nome della "divinità suina" suoni come una bestemmia non è né voluto con malevolenza né cercato con ironia: il maiale si chiama così, non è colpa sua. E non è l'unico animale a godere di cattiva fama. Forse se dicessi: "Sei un cane!" ad un cinofilo lui ringrazierebbe per il complimento, perché i cani sono animali favolosi.
Se fossimo amici appassionati di formaggio di soia diremmo di adorare il dio Tofu e credo che nessuno avrebbe da ridire, ma ahimè nella nostra cerchia il sapore della salsiccia è più apprezzato.